Dal 30 agosto al 9 settembre 2023 si è tenuta l’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia (evento meglio noto come “Festival del Cinema di Venezia”).
Uno degli eventi mondiali più attesi dell’anno, quello del 2023 si potrebbe definire un festival “atipico”, “in bilico”, uno spartiacque.
Questo perché il 2023 è stato sia un anno di rinascita – all’indomani del Covid19 – sia un anno di “retromarcia” del festival, a causa del più recente sciopero di attori e sceneggiatori che ha stravolto l’intera filiera cinematografica.
Tra alti e bassi, il Festival del Cinema di Venezia è un magico pezzo di storia italiana che ha fatto sognare ad occhi aperti spettatori di tutto il mondo, da chi si accalca dietro le staccionate a chi – non potendo essere presente – non si perde un secondo di diretta TV, streaming o articolo di giornale.
Un red carpet d’eccellenza non solo per i capolavori del cinema ma anche per i brand, primi tra tutti probabilmente quelli delle grandi case di moda.
Proprio per questa ragione in questa puntata di DAWero abbiamo voluto studiare il Festival di Venezia dal punto di vista di marketing, comunicazione e pubblicità, online e offline, ma in un modo insolito, proprio come piace a noi di DEEPARTWEB.
Parleremo di casi di marketing più “scontati” e tradizionali, di influencer marketing, di trend social visti negli ultimi anni, ma anche di tutte le opportunità di marketing che non sono ancora state colte da brand e aziende. Se fin qui ti abbiamo già incuriosito un po’, continua a leggere l’articolo!
Sommario
- Il Re (offline) del Festival: Il caso Campari
- Moët & Chandon e Diversity: una collab all’insegna del brand activism
- Collaborazioni digitali fallite o strategie offline di successo?
- Influencer marketing e Tik Tok
- 3 suggerimenti per il Cinema(rketing) di Venezia per il futuro
Il Re (offline) del Festival: Il caso Campari
Campari – ça va sans dire -il più grande brand italiano del mondo del beverage, esempio di una creatività innegabile, immortale e anti-convenzionale, è da sempre legato al cinema e costituisce un vero e proprio pezzo di storia del Festival del Cinema di Venezia.
Il brand, infatti, per il sesto anno consecutivo si è confermato main sponsor della kermesse, tingendo della sua Red Passion il lido di Venezia per l’intera durata del festival.
In questi anni Campari non ha mancato di stupirci con installazioni e iniziative per promuovere la cultura e il cinema.
Da premi come il Campari passion for film, per valorizzare il contributo di ciascun addetto alla filiera cinematografica, a strutture come la Campari Boat-In Cinema, un’installazione sull’Arsenale di Venezia, con barche nel cuore della laguna e maxischermo per regalare spettacoli e performance esclusivi ai fortunati spettatori.
Campari non si è risparmiato neppure in questa 80esima edizione, puntando su ben due location d’eccezione.
La prima è l’iconica Campari Lounge che, presso la Terrazza Biennale, è ormai un punto di ritrovo per l’incontro e il supporto tra nuovi talenti.
Lì ha potuto accogliere i suoi ospiti con cocktail list dedicate, scenografie e location davvero “instagrammabili” (qualcosa in cui Campari dà lezione a molti).
La seconda location è l’Hotel Des Bains, un hotel storico riaperto a ben 13 anni di distanza per ospitare un party esclusivo da red carpet, in perfetto stile Red Passion Campari.
Moët & Chandon e Diversity: una collab all’insegna del brand activism
Nel 2021 non è passata inosservata la collaborazione tra Moët & Chandon e Diversity, l’associazione no profit più attiva dal punto di vista dell’inclusione sociale.
La collaborazione ha avuto come sfondo il format “A Toast for a cause”, progetto internazionale nato nel 2009 con l’obiettivo di promuovere l’inclusione a partire da un gesto tanto semplice quanto impattante.
Ogni brindisi sollevato dagli ospiti di Moët & Chandon è dedicato ad un’iniziativa benefica che il brand francese – a quel punto – dovrà sostenere effettuando una donazione a quell’ente o associazione. Un dolce ma potente esempio di Brand Activism, una delle ultimissime frontiere marketing che vede i brand un po’ come “il braccio destro” del Welfare State. Una vera e propria filosofia, che spinge i brand ad agire con azioni concrete e mirate al miglioramento attivo della società e della comunità.
Collaborazioni digitali fallite o strategie offline di successo?
Tra i brand che hanno tentato di sfruttare la visibilità offerta dal Festival troviamo sicuramente Valverde, noto brand di acqua naturale che ha attivato diverse collaborazioni, tra cui quella col noto Marco Fantini, talent da 1 milione e mezzo di follower e con forti connessioni nei settori del fashion, tech e del food and beverage.
Con questa collaborazione possiamo dire che l’azienda abbia puntato più sul marketing offline e tradizionale che sul digitale, soprattutto se consideriamo che i contenuti social realizzati con il creator hanno ottenuto scarsi risultati in termini di engagement e impression.
Banalmente, un post Instagram collaborativo con l’ex-tronista di Uomini e Donne avrebbe sicuramente portato a risultati migliori di quelli ottenuti, cosa che invece non è stata fatta.
Ancora, il brand avrebbe potuto puntare maggiormente su strumenti pubblicitari a pagamento come le inserzioni Meta, cosa che Valverde ha fatto, ma con scarsi risultati. Sarà stata sfortuna o un altro caso di strategy e target sbagliato?
Offline e per media tradizionali come la TV, invece, la collaborazione non sarà sicuramente passata inosservata se consideriamo che Fantini proviene da Uomini e Donne, un programma con molto seguito in Italia e che il 29 settembre ha registrato ben 2.390.000 spettatori con il 25.9%.
Quindi, se offline l’azienda potrebbe aver fatto una scelta vincente, online avrebbe potuto essere decisamente più furba. D’altronde siamo nell’era dell’omnicanalità.
Influencer marketing e Tik Tok
Sul red carpet del Festival di Venezia 2023 hanno sfilato anche influencer e tiktoker, aspetto controverso che ha diviso il pubblico tra tradizionalisti, nostalgici di un’esclusività perduta del festival che vorrebbero vedere sfilare solo star del cinema, e progressisti, favorevoli a questa convivenza tra personaggi del piccolo e del grande schermo.
Per quanto riguarda social network e contenuti digitali una nota negativa: data la portata del Festival, sicuramente ci saremmo aspettati una creatività digitale di un certo livello.
Sarà mica che la quasi totale assenza di contenuti digitali sia voluta per mantenere quell’aura di mistero, lusso ed esclusività attorno all’evento? O forse per mantenere elevato il valore economico dell’esperienza reale evitando di mostrare troppo al grande pubblico?
Potrebbe darsi, ma forse, nel 2023, questo aspetto potrebbe essere leggermente rivisto.
A livello di tendenze, Tik Tok – patria degli influencer e dei trend di successo – si conferma vincitore su Instagram che, anche sulla diffusione di hashtag a tema festival, ha perso terreno rispetto al social-competitor cinese, con pochissimi contenuti dedicati al festival.
La tendenza che in assoluto abbiamo visto di più sui nostri feed e che – secondo noi – ha reso tutti un po’ più partecipi è stata la pagella dei look.
Le celebrità, infatti, non sono state per nulla risparmiate da influencer e content creator, dai più ai meno famosi, che hanno diffuso contenuti con descrizioni e votazioni – le pagelle appunto – accuratissime sui look da red carpet più iconici.
Un semplice trend che, però, sembra abbia fatto perdere alla Mostra un po’ di quell’aura di perfezione che da sempre la circonda.
3 suggerimenti per il Cinema(rketing) di Venezia per il futuro
Siamo giunti alla fine di questo articolo, dopo aver esplorato alcune delle iniziative e delle attività di marketing del festival negli ultimi anni. Per quanto abbiamo potuto vedere, anche quest’anno il Festival è stato perlopiù interessato e circondato da casi di marketing tradizionale, il caso più frequente quello che vede i brand chiedere alle celebrities di sfoggiare i loro abiti o prodotti, qualcosa davvero old fashioned ormai.
Adesso vogliamo lasciarvi con tre suggerimenti, delle tips in pieno stile DEEPARTWEB su cosa si potrebbe fare nel prossimo futuro del Festival, per accrescerne ancora di più il valore e crearne di nuovo anche grazie all’aiuto del marketing.
1. ALL (IN) DIGITAL: Sfruttare tutti gli strumenti digitali per aumentare il coinvolgimento del pubblico. Da quelli più tradizionali come le IG stories agli strumenti di AI, ancora ai post collaborativi che rendono più efficiente la diffusione dei contenuti; sfruttare sia contenuti organici che a pagamento; incentivare la creazione di trend del momento per generare lead e discussioni attorno agli hot topics del Festival.
2. Festival del cinema di Venezia Omnicanale. Dall’online all’offline occorre coinvolgere celebrities, case di moda, lo stesso Festival di Venezia e soprattutto gli utenti con contenuti digitali e non, ma anche oltre. Creare giochi, contest e nuove modalità di vivere il Festival a 360°. Vi dice qualcosa “Sanremo”? Ne avevamo parlato in questo articolo sul nostro blog!
3. VENETIAN Out Of Home e Guerrilla Marketing: tra le ultime tendenze in merito di Marketing Offline, è stato dimostrato come installazioni outdoor, soprattutto se interattive, sono in grado di aumentare il coinvolgimento dell’utente e generare un forte interscambio tra mondo offline e online, grazie al forte potenziale di viralità insito in tali forme di comunicazione.
Se questo articolo vi è piaciuto continuate a seguirci sui nostri canali, in attesa del prossimo DAWero!
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