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Oggi iniziamo un percorso per portarvi dentro al nuovo mondo di Linkedin, un percorso per raccontarvi del complicato rapporto tra LinkedIn e le aziende, di come si possono costruire progetti di Personal Branding ed employee advocacy per aumentare l’efficacia dei progetti di comunicazione sviluppati al suo interno e, più in generale, di come per la grande maggioranza delle aziende sia indispensabile ripensare e rinnovare la loro presenza all’interno di questo social network.

Sommario

Era il lontano 2003 nella Silicon Valley…

Uno dei tanti figli prodigio sfornati dalla fantastica terra della Silicon Valley è LinkedIn. Un progetto che potremmo definire un po’ come la pecora nera della famiglia dei social network. Pecora nera agli occhi degli altri, si intende. Perché per il resto è davvero un tesoro (nascosto). 

Non ci crederete, ma LinkedIn è l’unico social network ancora oggi utilizzato ad essere nato effettivamente prima di Facebook. Per riprendere l’esempio della famiglia possiamo considerare Linkedin come il trisavolo con i baffi lunghi immortalato in qualche quadro antico a casa della nonna.

Nella percezione generale – e molto generica – della gente, degli utenti, dei brand, delle aziende e dei social media manager, LinkedIn viene costantemente sottovalutato e visto come un male estremamente necessario. Eppure è un mezzo straordinario – se non, addirittura, quello di maggior valore – che permette di dar vita a grandi cose, soprattutto se si combinano le funzionalità del social network con attività di personal branding ed employer branding che, già da un po’, stanno dando una nuova dimensione e un nuovo senso alla presenza sulla piattaforma. 

Ma a cosa serve veramente Linkedin?

Che tu sia un imprenditore alla ricerca di talenti per la tua azienda o un dipendente, farti trovare, farti riconoscere e costruirti un’immagine digitale, sono i primi passi per passare dall’essere “la solita, più o meno anonima” al diventare una: “ah però, guarda questa!”. 

E… indovina un po’? Nel tuo progetto di Personal Branding, Linkedin non può mancare!

Negli ultimi anni anche brand e aziende hanno acquisito una personalità, e gli utenti preferiscono avere di fronte persone reali piuttosto che realtà anonime, fredde e impersonali. Banalmente, hanno bisogno di dare un volto alle cose. Questo perché, proprio come le persone, per creare una relazione alle aziende serve costruire fiducia, autorevolezza dell’informazione, credibilità, dialogo.

Ancora, pensare che oggi LinkedIn sia il luogo della comunicazione corporate autoreferenziale e fine a sé stessa è estremamente sbagliato. 

Spieghiamo meglio: serve coinvolgimento, serve attivare i dipendenti, umanizzare l’azenda per entrare in relazione con gli utenti, evolvere e coinvolgere le figure aziendali su più livelli per generare fiducia ed engagement. Ma anche raccontare storie, successi, difficoltà, come si è arrivati a raggiungere un determinato obiettivo.
L’era dei contenuti autoreferenziali sta giungendo al termine: vengono skippati più velocemente di un annuncio paid mentre ascolti la tua musica preferita. 

 
Ed è da queste prime riflessioni che si coglie il fatto che una buona strategia LinkedIn non può ignorare le frontiere e lo sviluppo del Personal Branding. Cosa che, in realtà, vale un po’ su tutti i social network, siano essi utilizzati per divertimento o per lavoro: in generale sui social comunichiamo la nostra immagine, quello che vogliamo mostrare agli altri delle nostre vite ed esperienze, dei nostri successi o insuccessi. Su LinkedIn, però, il potenziale è molto più alto, perché il brusio di fondo, di tutti quegli utenti un pochino fastidiosi, non c’è…almeno per ora. 

Il nostro scopo oggi è aiutare LinkedIn a rientrare nelle vostre grazie, ma soprattutto soffermarci su un aspetto importante: la centralità del professionista

Human-centric o worker-centric? Entrambi!

Ciò che rende unico Linkedin nel suo genere è proprio la centralità del lavoratore, al punto che potremmo anche definirlo come un social network worker-centric. Il tipico approccio human-centric dei social network viene rinnovato e amplificato.

I meccanismi di validazione sociale che valgono sugli altri social ci sono sempre, ma raggiungono uno stadio più elevato dal momento che LinkedIn diventa il luogo di affermazione e comunicazione professionale per eccellenza. Se costruisci contenuti di valore per una community di valore, i risultati non tarderanno ad arrivare. Gli ingredienti principali sono competenza e costanza.


Potenzialmente tutto ciò diventa una grande opportunità per le nostre stesse vite, dal momento che se aumenta la soddisfazione personale per un posto di lavoro migliore o più appagante, in un certo senso, potremmo anche considerarci più felici, no?  

Tuttavia, il fatto che su LinkedIn l’utente non sia considerato solo in quanto umano, ma anche come lavoratore, rende tutto più difficile. Se già comprendere i problemi alla base della natura umana è complicato, combinateli ai problemi del mondo del lavoro e poi immaginate la difficoltà di un content creator che si ritrova a comunicare su LinkedIn.
Qui l’utente non può perdere tempo: deve trovare un lavoro, trovare clienti, fare pr, costruirsi una reputazione, conoscere nuove persone, incontrare nuove aziende, fare ricerca, analizzare, tenersi aggiornato e molto altro.  


Pertanto i contenuti non devono SOLO seguire le regole di “appetibilità” tipiche della content creation, ma devono essere utili ed efficienti. Ecco perché abbiamo iniziato parlando dell’importanza di LinkedIn per lo sviluppo di progetti di Personal Branding. E attenzione quel “solo” ha una doppia valenza: un contenuto che risulti solo utile, ma poco appetibile probabilmente non verrà letto da nessuno

Ed è questo ragionamento che porta le aziende a fare un salto in avanti, a considerare LinkedIn come uno strumento diverso, a cui dedicare una strategia, del budget e un partner affidabile. Se ti serve una mano, scrivici due righe. 

Le prossime puntate

  • L’equazione di LinkedIn: People > Product
  • LinkedIn Hack: Dal CS al “News Storytelling”
  • LinkedIn: 5 consigli per il contenuto perfetto
  • LinkedIn: casi di successo
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