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Quando parliamo di social media, social media management, content creation e tutto il lavoro che c’è dietro, spesso tra le risposte più frequenti troviamo “Che cosa significa?” e “Ah, va be’, ma fate i post allora!”. Oggi vi vogliamo portare dietro le quinte, farvi vivere il processo e il ragionamento che c’è dietro a quei “semplici post”. E per farlo vi guiderà Giorgia [aka “la Gio”], la nostra Social Media & Content Specialist.

La Gio lo sa bene, e lo vive spesso quando i parenti le chiedono “Ma tu, quindi, che lavoro fai?”: questa branca del marketing porta ancora con sé molte percezioni sbagliate e il rischio di considerarlo un ambito troppo “semplice”, al punto che è piuttosto diffuso e frequente la credenza che potrebbe farlo anche quel tuo cugino bravo a smanettare con i video. 

Da noi non esiste il “Social Media Manager”: in DEEPARTWEB abbiamo capito che questo lavoro non può più essere una mera questione meccanica di creazione e pubblicazione di post, ma deve essere molto di più, per questo Giorgia è la nostra Social Media & Content Specialist. Ogni agenzia, ovviamente, ha il suo modo di fare, i suoi tool preferiti, la sua organizzazione interna… tutti aspetti che contribuiscono alla creazione di un metodo di lavoro unico e diverso dagli altri.

Quando ci approcciamo alla creazione di un nuovo PED ci piace vederlo come un lavoro in divenire, un momento periodico di crescita. Per chi non lo sapesse, infatti, nella sua forma tradizionale il piano editoriale si può creare di mese in mese o con una cadenza più stretta o più ampia, in base alle esigenze del cliente e della strategia. Lo definiamo come un “momento periodico di crescita” perché per fare un PED occorre una fase di studio, anche minima, che in un certo senso non finisce mai. E questo si ripete continuamente sui diversi settori, clienti e argomenti, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e da raccontare. 

Una delle prime cose da fare è immergersi nel cliente, nel suo ambiente, nella sua storia e in quella della sua azienda.

Conoscere bene il contesto che circonda il cliente è indispensabile per creare PED efficaci ed è una delle cose più belle – oltre che necessarie – di questo lavoro. Possiamo passare in un batter d’occhio dal mondo del vino a quello del marmo, dalle borse, all’informatica, dai tappi in sughero alle capsule per spumante: insomma non ci si annoia mai. (La Gio)

Una volta compresi tutti questi aspetti, è sempre necessario tenere in considerazione il target di riferimento del cliente, a chi vuole rivolgersi, a chi vuole portare valore. Per permettergli di raggiungere i suoi obiettivi – e di conseguenza anche a noi in agenzia di raggiungere i nostri – questo step è essenziale. Immaginate di parlare in italiano ad un arabo che non parla altre lingue eccetto la sua; oppure ancora, immaginate di usare uno degli “slang” tipici della Gen Z con vostra nonna che ha fatto del dialetto la sua unica forma di espressione. Gli obiettivi potranno anche essere ragionevoli e i budget adeguati, ma se non si parla la stessa lingua si va poco lontano. 

Passiamo ora alla parte più operativa – scusate se abbiamo divagato un po’, ma d’altronde… parliamo anche di scrittura creativa, quindi un po’ di digressione ci stava!

Prima di realizzare concretamente il PED serve capire l’obiettivo del cliente, se ha qualche esigenza di pubblicazione particolare o se vuole parlare di qualche argomento specifico di suo interesse. Il cliente deve sempre essere ascoltato, dal momento che è una primaria fonte di conoscenza del settore e sarà difficile trovare qualcuno più esperto da cui attingere informazioni.

Se ci sono importanti eventi di settore, per esempio, le aziende, piccole o grandi che siano, cercano sempre di comunicare tempestivamente la loro partecipazione, e i SMM hanno davvero dei mezzi fantastici tra le mani per far sì che questo accada, nel modo più consumer-oriented possibile.

Facciamo un esempio concreto e imminente: Vinitaly 2023. In occasioni come questa si mette in moto una macchina frenetica – alla quale DEEPARTWEB è fiera di partecipare ogni anno, al fianco dei suoi clienti – fatta di ricerca di press kit, richiesta di informazioni su date, stand, eventi, masterclass, premi o qualsiasi altra attività online e offline e, dialogando costantemente con il cliente e monitorando ciò che proviene dall’esterno, si realizza la comunicazione ottimale declinata per i diversi canali.

Questo implica anche tenersi aggiornati sulle notizie del giorno, dalle più generiche alle più specifiche e di settore.
Per questo, prima ancora di approcciarsi al PED vero e proprio, in alcuni casi viene dedicata una parte del tempo per scorrere le ultime notizie della settimana, che noi raccogliamo in una rassegna stampa periodica molto utile per individuare velocemente gli hot topic e le news. 

Una volta compresi gli obiettivi, conosciuti target e settore, capiti il linguaggio da adottare, il tone of voice, ci sono due opzioni da seguire: andare incontro (solamente) a ciò che vuole il cliente o proporre nuovi contenuti, temi, format e trend potenzialmente interessanti.

A noi piace fare entrambe le cose: ascoltare e assecondare, essere ascoltati e tentare di esplorare nuove strade insieme. Si passa quindi a far in modo che questi bisogni e quesi obiettivi incontrino quelle che sono le aspettative e i bisogni del target. Qui inizia uno dei lavori più difficili e su cui noi ci impegniamo molto: non vogliamo essere l’agenzia che svolge il compitino. Rispettiamo e ascoltiamo con attenzione, ma cerchiamo di guidare i nostri clienti anche nel rispetto e nell’attenzione verso i loro target, proponendo loro di sviluppare contenuti e racconti che incontrino quest’ultimi, cercando di creare un dialogo e non una mera comunicazione push. (La Gio)

Comincia qui la fase di selezione e creazione di contenuti visuali.

Citiamo queste due fasi insieme perché – anche in questo caso – si tratta di un processo in cui è necessario che il nostro Specialist si confronti con figure diverse, generalmente la Visual & Graphic Designer e l’Head of Marketing o il Project Manager. 

Il confronto con la nostra Graphic Designer è un passaggio essenziale, un occhio artistico e creativo da tenere sempre in considerazione quando si ha la fortuna di avere una persona dedicata all’interno del team. Si ragiona insieme su ciò che può essere il contenuto più efficace per QUEL determinato cliente, si scambiano pareri e considerazioni, si procede per prove. Quindi, ancora una volta: non facciamo solo post. (La Gio)

Possiamo trovarci davanti a semplici immagini, a video, infografiche, grafiche pure e render, tipologie di contenuto con obiettivi diversi, spesso anche all’interno dello stesso PED. Tra gli obiettivi dei contenuti che vengono pubblicati potrebbe esserci quello di voler informare, di divertire, o ancora di invogliare all’acquisto, quindi è bene diversificare.

Una volta selezionati i contenuti si può finalmente passare alla parte preferita della nostra Giorgia (quale brava lettrice e scrittrice che è): la scrittura dei copy. Anche in questo caso ci sono due momenti fondamentali, che ci piace chiamare in questo modo: prima il flusso di coscienza, poi il rientro in pista.

Nel momento di flusso di coscienza viene lasciato libero spazio ai pensieri in relazione ai diversi contenuti.

Per darvi un dato realistico e concreto, in media si pubblicano 2/3 contenuti a settimana in base alle esigenze e al budget specifici di quel cliente (esigenze che si comprendono a partire dalla strategia generale definita all’inizio del rapporto di lavoro o a seguito di un cambio di direzione). In un mese, quindi, si tratta di realizzare circa 9/12 contenuti per cliente. Moltiplicatelo per due, tre, cinque clienti e forse riuscirete a farvi un’idea dell’effettivo impegno che richiede questa attività. (La Gio)

Una volta liberata la creatività si può passare ad un primo check, controllare i refusi, vedere se alcuni aspetti possono essere comunicati meglio per interessare il target in misura maggiore. E qualcosa da modificare la troviamo sempre. 

A questo punto è facile pensare che il lavoro sia finito. Spoiler: magari! Entra il supervisor che fa un ulteriore double-check e dà un secondo punto di vista, fornendo qualche consiglio quando necessario e suggerendo di utilizzare un taglio diverso per esprimere alcuni concetti. In breve è un occhio esterno con dodici decimi, attento e preciso, che supporta tutto il team per trovare sempre la giusta quadra.

Finalmente si può mandare il PED al cliente e in questo caso possono succedere due cose: i contenuti sono adeguati, il cliente è contento e si può procedere alla programmazione dei contenuti (yeeee!); qualcosa non va, dobbiamo ritornare sui nostri passi e trovare un buon compromesso.

La prima opzione – in completa onestà – ci piacerebbe che si verificasse più spesso, ma è comprensibile che ricevere feedback anche contrastanti dal cliente è un processo normale e naturale: individuare ciò che piace al cliente e contemporaneamente può esser più funzionale per permettergli di raggiungere i suoi obiettivi è un processo in continuo divenire, fatto di scambio di informazioni e conoscenze reciproche e perché no, anche di un cambio di gusti e di prospettive.

Per concludere:

Forse per qualche anno si sentirà ancora qualcuno dire “I SMM fanno solo post”, ma in fondo questo non ci interessa: è uno dei lavori più pieni, creativi e stimolanti del mondo. (La Gio)

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