In questi giorni stiamo finalizzando il nostro primo brand manifesto. Nella prima riga scriviamo: “È sempre stato nella nostra natura: trovare il giusto mix delle cose.”
Per noi è più di un dato di fatto, è quasi un mantra. Da tanti anni conosciamo il mondo delle aziende e delle agenzie. Ci abbiamo lavorato dentro, ci siamo trovati da una parte e dell’altra dell’ipotetica staccionata che divide questi due mondi. Eravamo un po’ stanchi di quello che vedevamo e vivevamo.
Oggi vogliamo parlarvi di un problema che vediamo spesso nel nostro mondo e sul quale abbiamo costruito l’evoluzione della nostra agenzia. Il problema del rapporto tra azienda e agenzia, della relazione e degli obiettivi che questi due attori hanno – e dovrebbero avere – all’interno di un progetto comune.
Abbiamo notato che, soprattutto negli ultimi anni, tante agenzie si stanno spostando verso un unico obiettivo: costruire progetti di pura estetica – se possibile su clienti di alto livello – per poterli poi raccontare e sui quali cercare in ogni modo di vincere qualche premio, ottenerne un riconoscimento personale. La nuova era del branding d’agenzia in pratica. In qualche caso possiamo dire che la cosa va anche bene, perché aiuta le aziende ad alzare l’asticella quantomeno sul piano estetico, della ricerca di contenuti belli e non banali. Ma se ci limitiamo a fare questo senza dare poi un senso, un obiettivo più alto alle nostre scelte e proposte, stiamo veramente facendo il bene delle aziende? Il bello ma inutile, va sempre e comunque bene?
Dall’altra parte, invece, ci sono le aziende che – tante volte – pensano che nessuno meglio di loro possa conoscere il loro business, il loro settore e quello che bisogna ed è giusto fare. Speriamo solo che questa convinzione non sia dettata dal “si è sempre fatto così”, anche se a noi qualche dubbio viene. C’è da dire che in certi casi hanno anche ragione, buone idee e una giusta direzione. Il problema, per loro, è riuscire a mettere insieme i pezzi e le cose da fare, nella frenesia quotidiana fatta di riunioni, discussioni, approvazioni, meeting, revisioni, operatività, urgenze e – parolina magica – budget saving.
Noi abbiamo voluto scavare nel mezzo. Abbiamo vissuto e conosciamo entrambe le prospettive: nel nostro team ci sono figure che per molti anni hanno lavorato in grandi multinazionali e figure che, da tutta la vita, vivono il mondo dell’agenzia. Questo ci ha permesso di costruire una visione completa. Una visione che ci piace definire “il giusto mix”. E non si tratta di un motto o di un claim: è il nostro approccio, il nostro metodo, la nostra firma.
Del lavoro in azienda amiamo la capacità progettuale, il senso di appartenenza, gli slanci di entusiasmo, come anche quei piccoli momenti di confusione e frizione che rendono il tutto un po’ più adrenalinico. L’agenzia, di contro, è creatività, studio, analisi, mille mondi diversi che coabitano nelle menti dei membri del nostro team, progetti che diventano missioni, missioni che diventano sfide.
La soluzione sta nel bilanciare le due cose capendo chi abbiamo davanti, da una parte e dall’altra, trovando il giusto mix delle cose.
Lato azienda servono pochi ingredienti ma fondamentali: fiducia, rispetto delle competenze, un minimo di prospettiva e tanta coerenza. Come agenzia, invece, abbiamo l’obbligo di ascoltare e comprendere quale sia la necessità – e quindi l’opportunità reale – che ha l’azienda per dar vita poi ad attività e progetti belli, ma utili al suo sviluppo e ai suoi obiettivi. Abbiamo l’obbligo di consigliare e guidare, accettando il fatto che l’azienda ne sa più di noi sul suo settore, ma con la consapevolezza che noi possiamo aiutarla a saperne di più su come rompere gli schemi di quel settore, su come emergere e su come distinguersi positivamente rispetto ai competitor.
Il resto è solo una questione di saper dialogare in modo etico, consapevoli del fatto che l’obiettivo non può essere quello di guadagnare l’ennesimo premio sul progetto di un cliente.
Qualche giorno fa condividevamo questa riflessione con un manager di uno dei nostri clienti: per costruire progetti e percorsi che abbiano un impatto positivo sulle aziende e possano poi diventare un vanto per le agenzie, serve avere un approccio gentile, da entrambe le parti.
Essere un’agenzia gentile è quello che ci siamo posti come obiettivo. Un’agenzia che capisce i bisogni e i desideri delle aziende, ma ne rispetta i tempi e i processi, che non si impone e non pretende di avere la verità in tasca, ma con la giusta dose di assertività. Un’agenzia che non misura o dosa il proprio effort guardando l’orologio, ma gli obiettivi e i risultati. Un’agenzia che non ha paura di trasferire conoscenza e cultura digitale ai propri clienti.
I clienti sono prima di tutto persone, non numeri o voci di fatturato. Persone con cui scegliamo di lavorare a quattro mani, che spesso sono appassionate del loro lavoro e della loro azienda, e capaci di trasferire anche a noi questa passione. Ed è proprio questo, la passione per i progetti dei nostri clienti, la volontà di investire il nostro tempo per “tuffarci” nei loro progetti, l’aspetto che più di altri rende “umana” DEEPARTWEB.
Non solo un’azienda, molto più di un’agenzia: un ponte tra le due.
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